
TORRE ORSAIA. Un campo di nocciole curato da pazienti con problemi psichiatrici. Piantano alberi, li annaffiano, li concimano, tagliano l’erba; operazioni semplici ma delicate. Sono i contadini “speciali” del Sir di Castel Ruggero, una struttura residenziale dell’unità operativa di salute mentale dell’Asl Salerno.
La SIR è una struttura intermedia residenziale che ospita 10 pazienti, alcuni ex manicomiali ed altri del territorio. Grazie al lavoro di riabilitazione svolto dal personale della struttura, gli ospiti si sono inseriti e integrati nella realtà sociale del luogo.
A disposizione degli ospiti della SIR ci sono degli orti sociali, appezzamenti di terreno che il comune ha dato loro in comodato d’uso, dove vengono svolte attività di giardinaggio e di agricoltura.
Noi di Unipromos abbiamo dato il nostro contributo per sostenere questo progetto perché L’agricoltura sociale mira a riunificare bisogni identità, tutele ed istanze di libertà per tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro abilità. In questo si ritrova il valore del lavoro non solo come fonte di reddito individuale ma anche come elemento fondante di una società inclusiva più giusta, più coesa e sostenibile.
Il progetto non mira solo al recupero psicofisico dei pazienti ma soprattutto all’integrazione sociale all’interno del territorio locale: entrambi gli obiettivi sono raggiunti mediante il lavoro, che
restituisce dignità e riqualifica l’individuo; i pazienti lavorano la terra ed esportano ciò che hanno prodotto. Dunque, non più chiusura, bensì lavoro, produttività ed apertura all’esterno alle varie attività. L’esperienza di gestione degli orti sociali permette agli ospiti di acquisire saperi, competenze e abilità che accrescono fortemente il valore emozionale e psicologico degli stessi ospiti e che dà vita a un fattivo percorso di coesione sociale.
L’agricoltura sociale rappresenta un modello economicamente ed ecologicamente sostenibile di sviluppo territoriale –partecipativo e relazione – che ri-orienta le realtà locali nella logica del servizio alla comunità: quel che oggi è un rigoglioso campo di nocciole con circa 200 piante fino a poco tempo fa era un terreno completamente abbandonato, ricoperto da rovi e cespugli, dando una nuova vita quindi non solo al terreno ma anche ai suoi agricoltori.